John Florio | Infanzia a Soglio con il padre Michelangelo

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Si prega di citare questo articolo come: “Iannaccone, Marianna. John Florio: Infanzia a Soglio con il padre Michelangelo”, Resolute John Florio, www.resolutejohnflorio.com/it/john-florio-soglio-it, 2024

Michelangelo Florio, nato a Figline Val D’Arno (Firenze), fu un frate francescano che si convertì al protestantesimo. Lavorò come pastore sia in Inghilterra che in Svizzera. Precettore di Lady Jane Gray, scrittore e traduttore, Michelangelo Florio fu un importante riformatore protestante, la cui vita e le cui opere ebbero una grande influenza su John Florio.

John Florio è nato a Londra 1 nel 1553. 2 Suo padre era Michelangelo Florio, un esponente della Riforma con una cultura biblica e umanistica. Era un frate francescano che si convertì al protestantesimo e fu successivamente arrestato per eresia. Dopo due anni di prigionia a Roma, fu processato e condannato a morte. Tuttavia, riuscì a evitare l’esecuzione abiurando e fuggendo dal carcere il 4 maggio 1550. Florio era un fervente protestante con antenati ebrei. Infatti, nel suo libro Apologia, spiegò che:

“Non sono mai stato ebreo né figlio di ebreo, ma nato da padre e madre battezzati come papisti come te; e se tu dicessi che i miei antenati erano ebrei prima del battesimo, questo non lo negherò…” 3

Michelangelo Florio a Londra

Michelangelo Florio arrivò a Londra il 1° novembre 1550. Presto fu nominato predicatore della Chiesa Italiana, istituita sotto la supervisione di John Alasco. Inizialmente, i membri delle congregazioni italiane gli fornirono una casa e uno stipendio annuo. Inoltre, ricevette 20 sterline concesse dal Re grazie all’intervento di William Cecil. Tuttavia, Michelangelo cadde rapidamente in disgrazia con la sua comunità italiana, composta in gran parte da mercanti e artigiani. Questi ultimi si risentirono dei suoi attacchi violenti al Papa e alla Chiesa di Roma. Di conseguenza, cessarono di frequentare i servizi e di pagargli il suo stipendio.

Michelangelo contro la Congregazione Italiana

Due lettere che Michelangelo scrisse a Cecil rivelano la sua ostilità nei confronti della congregazione italiana. Durante questo periodo di difficoltà, Cecil lo accolse in casa sua. Le lettere, in latino, scritte nel 1551, sono riportate nel lavoro di John Strype, Memorials of the Most Reverend Father in God Thomas Cranmer (1694). Michelangelo appare molto impulsivo e drastico nei confronti di alcuni dei suoi parrocchiani. In effetti, sottolinea che la congregazione italiana non rispetta l’obbligo di corrispondergli il suo stipendio. Inoltre, si permettono di “parlare male di lui e del Vangelo”, essendo anche tornati a partecipare alla messa cattolica. Di conseguenza, nella sua lettera, Michelangelo non esita a denunciare (con una lista di nomi e cognomi) 14 dei suoi parrocchiani.

La madre di John Florio

Non ci sono tracce della madre di John. Alcuni studiosi sembrano concordare nel ritenere che fosse probabilmente inglese, data la conoscenza della lingua da parte di John. Ma in First Fruites (1578), Florio scrisse che la prima volta che arrivò a Londra non conosceva la lingua. Infatti, chiese in italiano e francese dove fosse la posta. Successivamente spiegò che imparò la lingua leggendo libri. Tuttavia, Frances Yates cita una nota scritta da Simmler nell’Apologia di Michelangelo Florio, in cui si legge:

“De uxore, quae Angla Videtur, et liberi nihil constat.” (“Sulla moglie, sembra che fosse inglese e non sposata.) 4

Abbiamo pochissime informazioni su di lei, e solo attraverso la vita turbolenta di Michelangelo a Londra.

Un atto di fornicazione

Al contrario, la denuncia di Michelangelo contro la congregazione italiana si ritorse rapidamente contro di lui. Nel 1552, infatti, durante il suo soggiorno a casa di Cecil, fu accusato di “un atto di fornicazione” con una donna non identificata della congregazione italiana, forse una serva della casa di Cecil. Di conseguenza, Cecil lo condannò a scontare una forma di penitenza pubblica e a deporre dal suo ministero. I documenti rivelano che aveva una relazione sessuale con una donna al di fuori del matrimonio. Tuttavia, Michelangelo gli scrisse una lettera il 23 gennaio 1552. La sua intenzione era di spiegare a Cecil:

“La faccenda, come sta veramente, e non come le bocche impure di qualche impudente osano diffamare.” 5

Tuttavia, grazie alla lettera abilmente argomentata da Michelangelo, riuscì a recuperare il favore di Cecil.

John Florio nato nel 1552?

È stato suggerito dagli studiosi di Florio, tra cui Yates 6 che John non nacque nel 1553 come generalmente riportato, ma nel 1552, precisamente dopo il “scandaloso atto di fornicazione”. Per chiarezza, Yates, dopo aver sostenuto che “l’età di John è indicata nel suo ritratto come cinquantaotto nel 1611, il che farebbe risalire l’anno di nascita al 1553”, nelle pagine successive, non sembra affatto convinta da questa opinione, poiché afferma (in una nota a piè di pagina) che “Florio potrebbe aver dato informazioni fuorvianti riguardo alla sua origine per nascondere lo scandalo legato alla sua nascita” [cioè, che Florio fosse intenzionato a cancellare il fatto sgradevole che fosse il frutto di un “atto di fornicazione”].

Allievo di Michelangelo: Lady Jane Grey

La carriera successiva di Michelangelo a Londra fu meno agitata. Lavorò su traduzioni mentre insegnava l’italiano. Inoltre, probabilmente conosceva, e forse insegnò, alla futura Regina Elisabetta I. Come membro della corte del Duca di Suffolk, entrò in stretto contatto con Lady Jane Grey. Divenne il suo tutore fino agli ultimi giorni della sua vita, insegnandole l’italiano e il latino. In seguito, le dedicò un libro di grammatica, il Regole et Institutioni della Lingua Thoscana. Scrisse anche Historia de la vita e de la morte de l’Illustriss. Signora Giovanna Graia pubblicato successivamente nel 1607. Il libro racconta le persecuzioni subite dai protestanti inglesi durante il regno di Maria Tudor, “Bloody Mary”. Nella prefazione del libro, infatti, l’editore anonimo spiegò che:

L’originale è in italiano come segue: L’originale di questo libro, scritto di propria mano dall’autore (Michelangelo Florio), fu trovato, dopo la morte di questi, nella casa di una persona onorata e grande benefattore. Non ho voluto, così come depositario della volontà dell’autore, mancare d’eseguire questo suo desiderio. Questo libro l’avrebbe sicuramente fatto pubblicare egli stesso se non ne fosse stato impedito da crudelissime persecuzioni. Egli infatti lo ha deposto per ben cinquant’anni in sicure mani.”

L’ascensione di Maria Tudor: la fuga di Michelangelo e John Florio da Londra

Quando Maria Tudor salì al trono nel 1554, ristabilì il cattolicesimo in Inghilterra e Irlanda. Nel febbraio 1554, un editto reale proclamò che tutti gli stranieri dovevano lasciare il regno entro ventiquattro giorni. Di conseguenza, il 4 marzo 1554, Michelangelo e la sua famiglia lasciarono l’Inghilterra. Nella sua Apologia Michelangelo racconta la sua fuga con John:

Dove siamo stati fino al 4 marzo 1554 e di quivi partitomi con la mia famigliola me ne venni per Anversa in Alemagna e sono stato in Argentina ( Strasburgo) per infino il 6 maggio 1555”

La famiglia Florio a Strasburgo

Michelangelo, insieme a John, passò per Anversa in direzione della Germania, rimanendo a Strasburgo (Argentina) fino al 6 maggio 1555. In questa città i generosi cittadini si offrirono di dare un primo rifugio temporaneo agli esuli per venti giorni. Inoltre, Michelangelo Florio ebbe il primo incontro con il nobile Frederik von Salis, proveniente da Soglio. Lo invitò a diventare pastore della Chiesa Evangelica Riformata di Graubünden a Soglio. 7 Successivamente, Michelangelo e la sua famiglia ripartirono e arrivarono a Soglio il 27 maggio 1555, quando John aveva 3 anni. Nella Apologia, Michelangelo scrisse che quando arrivarono:

Ci sono stati dati mezzi sufficienti per vivere per me e per la mia famigliuola.”

Michelangelo e John Florio a Soglio

Florio, con la sua famiglia, arrivò a Soglio il 27 maggio. Questo piccolo villaggio della Val Bregaglia aveva abbracciato le dottrine riformate. Inoltre, il cantone dei Grigioni comprendeva la Valtellina, il luogo più vicino per gli italiani fuggiti dall’Inquisizione. È qui che John Florio crebbe: in una grande casa di fronte alla chiesa di suo padre. Nei primi anni della sua infanzia, visse una vita modesta e umile. Mentre lavorava come pastore e notaio, Michelangelo educò John in un ambiente ricco di fermento religioso e teologico. Inoltre, gli insegnò l’italiano così come il latino, l’ebraico e il greco.

Michelangelo e De Re Metallica

Michelangelo Florio, nel 1563, tradusse e pubblicò De Re Metallica. Questa traduzione italiana del De re metallica di Giorgio Agricola (L’arte de metalli) fu un’opera fondamentale sulle tecniche minerarie. Dedicò anche la sua opera alla nuova Regina protestante d’Inghilterra, Elisabetta I. Probabilmente lo fece per aprire la strada all’arrivo di suo figlio in Inghilterra. Ad esempio, nella Dedica, scrisse:

“Alla Serenissima e Potentissima Lisabetta..che infino de la Sua più giovanile etade s’è ingegnata d’intendere e parlare questa mia lingua…”

La morte di Michelangelo Florio

Michelangelo Florio morì tra il 1566 e il 1571. Dopo il 1566 il suo nome non viene più menzionato. Infatti, nel sinodo del 1571 viene ricordato come una persona defunta. Inoltre, in una lettera trovata nella biblioteca municipale di Berna (ms. A.93.II), Girolamo Torriani si difese dall’accusa fatta contro di lui nel sinodo del 1571 affermando di conoscere Michelangelo Florio, “perché l’eresia di questi fu conosciuta solo dopo la sua morte.” 8 In conclusione, Luigi Firpo, nel suo libro su Giorgio Agricola e Florio, spiega che con la morte di Michelangelo:

“Un’esistenza tumultuosa e tempestosa giunse a un oscuro termine, non senza vigore intellettuale e dinamismo combattivo tra i molti della diaspora culturale italiana, nella grande crisi civile e religiosa del nostro cinquecento.”

John Florio a Tubinga.

Nel 1563, all’età di 11 anni, John Florio si recò in un college (Paedagogium) per essere formato a Tubinga da Pier Paolo Vergerio. Il suo tutore era un riformatore protestante italiano e docente universitario veneziano, vescovo di Capodistria. Inoltre, Vergerio era un uomo colto, grande conoscitore negli autori italiani moderni. Inoltre, aveva una stretta amicizia con il padre di John. In queste circostanze, John fu formato nel circolo culturale umanista di Tubinga, in un’atmosfera fortemente italianizzata. Durante questi anni, approfondì i suoi studi nelle lingue e nella letteratura italiana. Questo fu per John un periodo fondamentale di educazione, viaggi e formazione, ma purtroppo non completò i suoi studi. Pier Paolo Vergerio, infatti, morì nel 1566. Senza alcun supporto finanziario ed educativo, e orfano a 14 anni, John lasciò Tubinga. Ritornò temporaneamente a Soglio, per poi partire per l’Inghilterra.

Bibliografia

  • Aubrey, J., Brief Lives: chiefly of Contemporaries between the Years 1669 & 1696, 1898.
  • Cantimori, D., Eretici italiani del Cinquecento, Torino, Einaudi, 2002.
  • Florio, M., Apologia, 1557.
  • Strype, J., Memorials of the Most Reverend Father in God Thomas Cranmer, 1694.
  • Yates, F.A., John Florio: The Life of an Italian in Shakespeare’s England, Cambridge University Press, 1934.

Note

  1. Aubrey, J., Brief Lives: chiefly of Contemporaries between the Years 1669 & 1696, 1898.
  2. Alla pagina del titolo del libro della regina Anna New World of Words (1611) l’iscrizione recita: Aet: 58 A.D. 1611, Chi si Contenta Gode
  3. Florio, M., Apologia, 1557, p. 13, n.2.
  4. Yates, F.A., John Florio: The Life of an Italian in Shakespeare’s England, Cambridge University Press, 1934, p.13
  5. La lettera, datata 23 gennaio 1552, in latino, è riportata nel lavoro di John Strype, Memorials of the Most Reverend Father in God Thomas Cranmer (1694).
  6. Yates, F.A., John Florio The Life of an Italian in Shakespeare’s England, Cambridge University Press, 1934, p. 259, note 2, point (3)
  7. Florio, M, cit., p. 108-112.
  8. Cantimori D., Eretici italiani del Cinquecento, Torino, Einaudi, 2002, p. 292.
About The Author

Marianna Iannaccone

Phd student at the University of Insubria, Como (Italy)

I have dedicated over a decade to the study of John Florio’s life and works, contributing to the scholarly understanding of his significant role as a prominent interpreter of Italian humanistic culture in Renaissance England. Through research publications, interviews, and conference presentations, I have sought to elevate awareness of Florio’s intellectual contributions. For further details about my academic background and contributions, please refer to the About page.