Queen Anna’s New World of Words

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Si prega di citare l’articolo come segue: Iannaccone, Marianna. “John Florio: Queen Anna’s New World of Words”, Resolute John Florio, www.resolutejohnflorio.com/it/queen-annas-new-world-of-words, 2025.

L’opera magna di John Florio come lessicografo fu il suo dizionario ampliato Queen Anna’s New World of Words, or Dictionarie of the Italian and English tongues (Londra, 1611), che comprendeva quasi 74.000 definizioni. Non solo il volume era quasi il doppio più grande del suo predecessore, contenendo circa 75.000 definizioni, ma nella sua preparazione Florio aveva consultato 249 opere, di cui un quinto compariva nell’Indice dei libri proibiti, a fronte delle 72 elencate nel World of Words, la maggior parte delle quali appartenenti al XVII secolo. Questo numero risulta ancora più significativo se si considera che la prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca, pubblicata nel 1612, elencava 230 opere come fonti per il materiale.

Un’enciclopedia

Le fonti consultate da John Florio sono elencate nell’opera e includono libri che coprono tutti gli ambiti della conoscenza generale e specialistica. Le definizioni sono trattate in modo così approfondito che, per la maggior parte, il lavoro non è solo un dizionario, ma anche un’enciclopedia della conoscenza generale dell’epoca. Alcuni esempi di definizioni, selezionati da diversi campi del sapere e presenti nel dizionario, servono a indicare la natura enciclopedica e comprensiva di questa opera:

Ceraunia, a blackish and blewish stone, which put in Vineger & saltpeter, wil in time grow to have a bright-glittering star in the centre of it, and taken out will just in so long time loose it againe, it is said to fall out of the clouds and that who weares it about him can not be drowned, some say it is a kinde of glittering pearle.

Esseni, certaine Philosophers among the Hebrewes, that refer every thing to providence, that deeme the soule to be immortall, that for the defense of justice would have all men fight until death, that sacrifice not with the common people, that highly esteeme purity of life and sanctity of conversation, whose manners and customes are full of vertue, who give themselves to husbandry, who live in common, and never mary, and keepe no servants, saying that a wife is the cause of discord, and servants to be wicked, and therefore in all occasions helpe one another with cheerefull willingnesse, their clothes be handsome and neat, but nothing sumptuous.

Il Nuovo Mondo delle Parole: La Conoscenza di Florio in Campi Diversi

Il New World of Words dimostra chiaramente la conoscenza generale e specifica di Florio in campi così diversi come storia, geografia, biografia, letteratura moderna e antica, teologia, filosofia, critica, botanica, zoologia, cucina, astrologia, medicina, falconeria, scienza militare e arte equestre. Si può dire che quest’opera offra il panorama più straordinario della produzione letteraria italiana di quel periodo mai realizzato da una sola persona. Probabilmente pochi dei suoi contemporanei potevano eguagliare Florio in quanto a vastità di erudizione.

Le Fonti di Florio: Le Opere Teatrali

Una delle caratteristiche più interessanti della lista di libri citati è l’alta percentuale di opere drammatiche incluse. Vincenzo Spampanato le ha classificate in tre tragedie (una delle quali, la Rosmunda di Rucellai, è una delle prime tragedie moderne regolari), due tragicommedie, il Pastor Fido di Guarini e la Celestina tradotta dallo spagnolo, cinque pastorali, tra cui l’Aminta. La categoria più numerosa è quella delle commedie, che comprende il Terenzio tradotto da Fabrini, la Clizia di Machiavelli e molte altre commedie degli Intronati di Siena. Infatti, circa un sesto di tutte le fonti citate da Florio sono commedie, tragedie e pastorali di autori come Cinthio, Bandello, Boccaccio, Da Porto, Aretino, Machiavelli, Fiorentino, Ariosto, Sannazzaro, Tasso e molte vecchie Commedie dell’Arte italiane, per un totale di 39 opere teatrali.

Il Nuovo Mondo delle Parole: Gli Universi Infiniti di Giordano Bruno

Nel New World of Words le opere filosofiche di Giordano Bruno sono ben rappresentate, con l’inclusione dei cinque dialoghi morali e metafisici che Bruno pubblicò durante il suo soggiorno a Londra tra il 1583 e il 1585. Bruno e Florio condividevano una passione per le parole, e lo spazio culturale e politico della Londra degli anni 1580 fu un contesto particolarmente favorevole all’esperimentazione linguistica che portò ai dialoghi filosofici in volgare di Bruno e al lavoro iniziale di Florio sul suo dizionario. 1

L’uso corretto della lingua è un tema che Bruno segnala fin dall’inizio della Cena de le Ceneri, nello scambio tra Teofilo – alter ego di Bruno e termine che Florio definisce in Queen Anna’s New World of Words come “amante di Dio” – Smitho e Prudenzio. All’inizio del dialogo di Bruno, i tre scambiano queste battute:

SMITHO: Mostravano saper di greco? (Mostravano di conoscere il greco?)
TEOFILO: Et di birra eziamdio (E anche di birra).
PRUDENZIO: Togli via quelli ‘eziamdio’, poscia é una obsoleta et antiquata diczione (Via quell’eziamdio, poiché è un’espressione obsoleta e antiquata).

Lo studioso di Bruno, Aquilecchia, osserva che il saper di birra di Teofilo gioca sul doppio significato di sapere, registrato in Queen Anna’s New World of Words come “to know by the minde, to wot, to isse, to ken, to understand and perceive well. Also, to taste of, to smacke of, to smell of” (conoscere con la mente, sapere, percepire, capire bene. Inoltre, gustare, avere un sapore di, odorare di). Florio annota anche il significato di etiando, un termine che Prudenzio (un pedante) critica come antiquato: “also, moreover, eftsoone, and also, besides, furthermore, yea also” (anche, inoltre, ancora, e inoltre, per di più, sì anche).

La Lingua di Bruno in New World of Words

Bruno era spietato con il linguaggio usato in modo specioso, e l’attacco alla tradizione petrarchista nella poesia, che apre l’argomento degli Eroici Furori, fornisce un ulteriore legame significativo tra la prassi linguistica di Bruno e la soluzione di Florio alla questione della lingua. Quella che inizialmente potrebbe sembrare una tirata misogina incongrua si rivela invece una critica feroce al linguaggio feticizzato di una poesia d’amore che trasforma le donne in oggetti abusivi e irraggiungibili di desiderio masochista. 2 Bruno utilizza qui i tropi petrarcheschi per poi distruggerli. Egli, infatti, domanda:

Che tragicommedia! che atto, dico, degno più di compassione e riso può esserne rappresentato in questo teatro del mondo, in questa scena delle nostre conscienze, che di tali e tanto numerosi supposti fatti pensierosi, contemplativi, constanti, fermi, fedeli, amanti, coltori, adoratori e servi di cosa senza fede, priva d’ogni costanza, destituita d’ogni ingegno, vacua d’ogni merito, senza riconoscenza e gratitudine alcuna, dove non può capir più senso, intelletto e boutade, che trovarsi possa in una statua o imagine dipinta al muro?

Bruno prosegue scrivendo:
“Ecco vergate in carte, rinchiuso in libri, messo avanti gli occhi ed intonato a gli orecchi un rumore, uno strepito, un fracasso d’insegne, d’imprese, de motti, d’epistole, de sonetti, d’epigrammi, de libri, de prolissi scartafazzi” – definiti in Queen Anna’s New World of Words come “any scroule or waste paper. Also an odd corner to throw writing paper in” (qualsiasi scarto o foglio di carta inutilizzato. Anche un angolo disordinato in cui gettare la carta da scrivere), come scartabello.
Per quegli occhi, per quelle guance, per quel busto, per quel bianco, per quel vermiglio, per quella lingua, per quel dente, per quel libro, quel crine, quella veste, quel manto, quel guanto, quella scarpetta, quella pianella, – in Florio “a woman’s pantofle” (una pantofola da donna). Tutto ciò conduce a quel martello, definito da Florio come:

Martello: Florio definisce martello come “a hammer, a sledge, a carpenter’s mallet. Also jealousy of suspition in love, panting or throbbing of the heart, an earnest desiring of things absent. Sonare le campane a martello: to ring the bells backward as in times of warre, of danger or of fire” (un martello, un mazzuolo, un martello da carpentiere. Inoltre gelosia o sospetto in amore, battito o palpitazione del cuore, un intenso desiderio di cose assenti. Sonare le campane a martello: suonare le campane all’inverso come nei tempi di guerra, pericolo o incendio).

Florio prosegue traendo molte altre parole dall’epistola di Bruno, ricche di sfumature e significati peculiari:

Schifo: definito come “coy, quaint, nice, skittish, fond, peevish, puling, awkwarde or froward. Also queasie, nastie, lothsome, odious, to be shunned, eschewed or avoided, disdainfull” (schivo, ritroso, grazioso, bizzoso, affezionato, scontroso, lamentoso, maldestro o ribelle. Anche nauseante, disgustoso, odioso, da evitare, schivare o rifiutare, sprezzante).

Cesso: tradotto come “yielded, resigned. Also a privy or close stoole. Also a scroule of paper” (ceduto, rassegnato. Inoltre, una latrina o un gabinetto. Anche un rotolo di carta).

Orinale: “a urinall, a pisse-port” (un orinale, un contenitore per l’urina).

Piva: “any kind of pipe or bag-pipe. Also a Piot, a pie or lay. Also a Butterflie. Also used of a man’s privy members” (qualsiasi tipo di piffero o cornamusa. Anche una gazza, una torta o una canzone. Anche una farfalla. Inoltre, usato per indicare i membri privati di un uomo).

Fava: “a beane. Also used for the prepuse or top of a man’s yard” (una fava. Anche usato per indicare il prepuzio o l’estremità del membro di un uomo).

Questi esempi mostrano come Florio, ispirandosi a Bruno, approfondisca i significati di parole italiane, rivelando non solo le loro connotazioni letterali ma anche i contesti metaforici e colloquiali, spesso intrisi di cultura popolare e creatività linguistica.

La Copia di Florio: I Mondi Infiniti di Bruno


La caratteristica più evidente della pratica lessicografica di Florio in New World of Words è la copia, ovvero l’accumulo di definizioni che forniscono un senso il più completo possibile dei molteplici significati di una parola. Una conseguenza chiara di questa prospettiva linguistica è l’apertura al potenziale del linguaggio di rappresentare una molteplicità – o forse, si potrebbe dire, un’infinità – di possibili significati. Questo approccio riflette il rapporto di Florio con i parametri decentrati della filosofia di Bruno. La retorica anti-petrarchista di Bruno, posta all’inizio degli Eroici furori, funge da modello per Florio, completando il cerchio della rivoluzione linguistica personale di Bruno iniziata con Il Candelaio e fornendo a Florio un paradigma flessibile per affrontare la questione linguistica che i suoi dizionari rappresentano. 3

Altre Fonti di Florio: Ovidio, Plutarco, Platone

Nella sua ricerca di parole, Florio aveva studiato nelle traduzioni italiane autori classici come Tacito, Cicerone, Platone, Plutarco, Ovidio e Plinio. Oltre a questa vasta lettura su argomenti generali, un’intima familiarità con capolavori puramente letterari era richiesta a un lessicografo. L’elenco delle fonti di Florio mostra che Dante era stato studiato con l’aiuto di quattro commentatori: Vellutello, Daniello, Boccaccio e Landino. Florio doveva possedere una conoscenza dettagliata di Dante, rara per l’epoca. 4 Gli arcaismi di Dante, infatti, vengono sottolineati in diverse occasioni:
Cagne magre, usato da Dante per indicare la plebaglia base e avara.
In un’altra occasione, Florio si sofferma su una lettura difficile in Machiavelli:
Eruditione: “erudition, teaching, instruction, nurture, bringing up, education. Yet I finde this word used by Machieuell in another sense towards the end of the last Chapter of the second booke of his Decades upon Liuie, conster it as thou please, hee useth it thus, restaua il campo per tutto debole a potere resistere ad una eruditione che quelli di dentro hauessino fatta, some thinke it shoud bee eruttione”.

Caratteristiche Stilistiche di Florio come Lessicografo


Alcune caratteristiche distintive di Florio come lessicografo ricordano quelle che aveva mostrato come traduttore. Con il gusto di un artista, egli raccoglie una serie di termini evocativi:
Paorno: “darke, obscure, suttie, duskie, pitchie, deadly” (scuro, oscuro, fuligginoso, fosco, nero pece, mortale).
Quando si presenta l’occasione, Florio lascia intravedere il suo stile personale:
Hierusalem: “as much to say, Vision of peace and flower of our felicity” (equivale a dire: Visione di pace e fiore della nostra felicità).
Come nell’opera su Montaigne, Florio dimostra una straordinaria padronanza del vocabolario inglese e delle espressioni idiomatiche o proverbiali 5:
Cacciar carote: “to make one swallow a gudgeon, or beleeue a lie, and that the Moone is made of greene-cheese” (far credere a qualcuno una bugia, che la Luna sia fatta di formaggio verde).
Gran romore et poca lana: “great noise and little wooll, or as we say much ado about nothing” (grande rumore e poca lana, o come diciamo noi, molto rumore per nulla).
Una definizione particolare mostra l’impressione che la tragedia di Essex lasciò su Florio:
Ecnéphia: “a kind of prodigious storme comming in sommer with furious flashings, the firmament seeming to open and burne, as hapned when the Earle of Essex parted from London to goe for Ireland” (un tipo di tempesta prodigiosa che arriva in estate con lampi furiosi, il firmamento che sembra aprirsi e bruciare, come accadde quando il Conte di Essex partì da Londra per andare in Irlanda).

Florio e il Teatro: Un’Enciclopedia Linguistica


Molte definizioni in New World of Words sono così ampie che l’opera si configura in molti aspetti come un’enciclopedia di conoscenza generale oltre che come un dizionario. Ad esempio, ecco una raccolta di termini legati al teatro e al dramma, che mostra l’ampiezza del lavoro di Florio:

Comedia: a Comedy, an enterlude.
Commedia, un intermezzo.

Comediante: a Comedian, a stage plaier.
Comico, attore teatrale.

Commo della tragedia: the complaint of a chorus in a tragedy.
Il lamento di un coro in una tragedia.

Coro: Also a Chorus in a Tragedie.
Anche un coro in una tragedia.

Drammatico poema: a poeme where the auctor speakes not himselfe, but makes others to speake. Also a poeme that shutteth up many troublesome accidents with a fortunate conclusion.
Un poema in cui l’autore non parla in prima persona, ma fa parlare altri. Anche un poema che conclude molti eventi problematici con una conclusione fortunata.

Farsa: a merry tale, a pleasant discourse. Also a poeme that shutteth up many troublesome accidents with a fortunate conclusion. Also an enterlude or stage-play.
Una storia divertente, un discorso piacevole. Anche un poema che conclude molti eventi problematici con una conclusione fortunata. Anche un intermezzo o una rappresentazione teatrale.

Histrionia: the feate or science of stage-plaiers.
L’arte o la scienza degli attori teatrali.

Orchestra: a Theater wherein musitions and singers sit, a chiefe place betweene the Stage and the common seates of a Theater.
Un teatro dove siedono musicisti e cantanti, un posto principale tra il palco e i posti comuni di un teatro.

Proscenio: a stage for Plaiers to play upon, but properly the place before a scaffold out of which the Plaiers come.
Un palco dove gli attori recitano, ma propriamente il luogo davanti a una pedana da cui gli attori escono.

Protatica persona: one that in the beginning of a Comedie is brought in to lay open the argument and appeareth no more.
Un personaggio che, all’inizio di una commedia, viene introdotto per esporre l’argomento e non appare più.

Ruolo: a Checke-role of names. Also a plaiers part written for him to learne.
Un elenco di nomi. Anche la parte di un attore scritta affinché la impari.

Scena: a stage or scaffold in a theater or play-house. But properly the fore-part of a Theater where the Plaiers make them ready, being trimmed with hangings, from out which they enter upon the stage. Used also for any place where one doth shew and set forth himselfe to the world or to view. Also any one seene or entrances of a Comedie or Tragedie. Used also for a Comedie or Tragedie.
Un palco o una pedana in un teatro o luogo di rappresentazione. Ma propriamente la parte anteriore di un teatro dove gli attori si preparano, ornata con drappeggi, da cui entrano sul palco. Usato anche per indicare qualsiasi luogo in cui qualcuno si mostra o si espone al mondo o al pubblico. Inoltre, qualsiasi scena o ingresso di una commedia o tragedia. Usato anche per indicare una commedia o tragedia.

Tragedia: a tragedie, or mornfull play, being a loftie kinde of poetrie, and representing personages of great state, and matter of much trouble, beginning prosperously, and ending unfortunately.
Una tragedia o rappresentazione drammatica e malinconica, essendo un genere poetico elevato che rappresenta personaggi di grande rango e questioni di grande difficoltà, iniziando in modo prospero e terminando sfortunatamente.

Tragicomedia: a tragicomedie, beginning mournfully, and ending merily.
Una tragicommedia, che inizia in modo malinconico e termina in modo allegro.

Tragisatiricomedia: a play whose beginning is tragicall and dolorous, whose middle pastorall and siluane, and whose end comicall and merie.
Una rappresentazione teatrale il cui inizio è tragico e doloroso, il cui centro è pastorale e boschivo, e il cui finale è comico e allegro.

Zane: a seruile drudge or foolish crowne in any comedy or enterlude play.
Un servitore sciocco o una figura ridicola in qualsiasi commedia o rappresentazione teatrale.


New World of Words non è semplicemente un elenco di vocaboli, ma un compendio della conoscenza generale del periodo. Ai suoi contemporanei, John Florio doveva apparire come un’enciclopedia vivente su ogni argomento, oltre che come la massima autorità sulla lingua italiana. Non è un’esagerazione affermare che nessun individuo abbia mai fatto di più di John Florio per diffondere la cultura italiana in Inghilterra.


Bibliografia


Gatti, Hilary, Giordano Bruno: Philosopher of the Renaissance, Ashgate, 2002.
Yates, F.A., John Florio, The Life of an Italian in Shakespeare’s England, Cambridge University Press, 1934.

Note

  1. Wyatt, M. Giordano Bruno’s infinite worlds in John Florio’s World of Words, in Giordano Bruno: Philosopher of the Renaissance di Hilary Gatti, Editore, Ashgate, 2002.
  2. Ibidem
  3. Ibidem
  4. Yates, F.A. John Florio, The Life of an Italian in Shakespeare’s England, p. 266
  5. Ivi, p. 268
About The Author

Marianna Iannaccone

Phd student at the University of Insubria, Como (Italy)

I have dedicated over a decade to the study of John Florio’s life and works, contributing to the scholarly understanding of his significant role as a prominent interpreter of Italian humanistic culture in Renaissance England. Through research publications, interviews, and conference presentations, I have sought to elevate awareness of Florio’s intellectual contributions. For further details about my academic background and contributions, please refer to the About page.