John Florio: A World of Words

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Si prega di citare l’articolo come segue: Iannaccone, Marianna. “John Florio: A World of Words”, Resolute John Florio, www.resolutejohnflorio.com/it/john-florio-a-world-of-words, 2024.

Mentre era al servizio di Henry Wriothesley, Florio realizzò un’opera che rimane una pietra miliare nella storia degli studi italiani in Inghilterra. A Worlde of Wordes, or Dictionarie of the Italian and English tongues (Londra, 1598) è un dizionario italiano-inglese e, come tale, solo il secondo del suo genere in Inghilterra, ma molto più ampio rispetto alla breve opera pubblicata da William Thomas negli anni Cinquanta del Cinquecento – con 44.000 voci contro le 6.000 di Thomas. Pubblicato da Edward Blount e dedicato a Roger, Conte di Rutland, Henry, Conte di Southampton, e Lucy, Contessa di Bedford, questo lavoro consacrò Florio come un erudito di prim’ordine.

Nel compilarlo, Florio riconobbe generosamente il suo predecessore nel campo della lessicografia italiano-inglese: “il nostro William Thomas ha fatto discretamente bene,” scrive. Nella sua prefazione “Al Lettore”, Florio ci informa inoltre di aver avuto l’idea di realizzare questo dizionario vent’anni prima, quando vide in manoscritto un inizio di raccolta di materiale per un dizionario italiano realizzato da un gentiluomo di “stimabile reputazione” e “grande esperienza dell’italiano.” Il nome di questo gentiluomo non è noto e l’opera non fu mai pubblicata. È possibile che questo “gentiluomo” fosse suo padre Michelangelo.

A World of Words: La Dedica Epistolare

Nella sua lunga “Epistola Dedicatoria,” Florio invita i suoi tre talentuosi studenti privati e mecenati, Roger, Conte di Rutland, Henry, Conte di Southampton e Lucie, Contessa di Bedford, al battesimo e alla protezione del dizionario, paragonato a un “bambino robusto, simile a Bacco,” generato da una Semele italiana e una coscia inglese. Florio confronta la difficoltà del suo lavoro con quella affrontata dai poeti toscani, specialmente Dante, e dagli autori rinascimentali, come Castiglione, Aretino, Garzoni, Citolini e altri. Spiega che l’utilità del dizionario si estende alla varietà dei dialetti italiani, dal veneziano al romano, dal lombardo al napoletano: “così tanti e così diversi Dialetti e Idiomi usati e parlati in Italia, oltre al fiorentino,” mettendo alla prova persino i madrelingua italiani:

“E ho visto i migliori, sì, veri italiani di nascita, non solo esitare, ma rimanere intrappolati nel pantano, e alla fine rinunciare, o dichiarare un verdetto di ignoramus.”


L’inglese: la dolce lingua madre di John Florio

Nell’Epistola Dedicatoria, John Florio celebra la lingua italiana; tuttavia, il suo atteggiamento verso la lingua inglese è cambiato. Se in First Fruits trovava l’inglese “infarcito di molte lingue,” ora si avvicina ad apprezzarlo, definendolo la “dolce lingua materna” della sua terra natale. A questo punto della sua vita, John Florio si definisce inglese, pur sapendo che sarà per sempre considerato uno straniero. È chiaro che desiderava che quest’opera fosse di aiuto ai suoi allievi, e ad altri, nei loro viaggi attraverso le opere di figure come Petrarca, Dante, Castiglione e Guazzo:

“Un servitore rende qualche servizio, che ora e poi tiene la staffa a Vostra Signoria, o porge una mano per superare uno stile, o apre un passaggio per rendere il cammino più facile, o tiene una torcia in una via oscura.”

Una crescente fiducia nelle sue abilità linguistiche emerge quando afferma:

“Se qualcuno chiede se qui ci siano tutte le parole italiane, rispondo: forse no. Eppure credo che qui si possano trovare tante quante è probabile che trovi (chi fa la domanda) nel corso delle sue letture; e anche se ha letto bene.”


John Florio: A World of Words. Un’avventura marinaresca

Come Florio è un intermediario tra classi sociali diverse, sia come insider che outsider, come precettore e traduttore, A World of Words è un ponte tra italiano e inglese, tra lingue e culture diverse, Venezia e l’Europa, lingua scritta e parlata, interazioni formali e informali, antichità classica e modernità rinascimentale. L’originalità di quest’opera non può essere sopravvalutata. È ricca di vita, entusiasmo, sete umanistica di conoscenza, fantasia e la passione di un autore desideroso di affermarsi come maestro della sua arte. Florio paragona la sua impresa lessicografica a un’avventura marinaresca con il rischio di naufragi e fa riferimento a lavori su altre lingue intrapresi da Thomas Eliot, John Ride e gli “Stephans,” che avevano “un vantaggio su di me, essendo in tanti a guidare una barca di passaggio”:

“Io ero da solo a girare e orientare le vele, a usare i remi, a sedere a poppa, a tracciare la mia rotta, a vegliare sul ponte superiore, nostromo, pilota, mozzo e capitano, tutti gli incarichi in uno, e ciò in una nave più indocile, più ingombrante e più spaziosa della più grande imbarcazione sul Tamigi (…) e in un mare più vario, più pericoloso, più tempestoso e più desolante di qualsiasi Oceano.”

A World Of Words – Le fonti di Florio

Le fonti citate che seguono l’“Epistola Dedicatoria” del 1598 includono un corpus costituito per lo più da testi letterari contemporanei, che spaziano dall’Arcadia di Sannazaro e la Gerusalemme Liberata di Tasso al Cortegiano di Castiglione, il Galateo di Della Casa e le Lettere familiari di Caro, oltre a una vasta gamma di Dialoghi, come quelli scritti da Sperone Speroni e Stefano Guazzo.

I contenuti erotici di Aretino

Quattordici citazioni, ovvero un sesto del catalogo, provengono da Pietro Aretino, evidenziando l’interesse di Florio per i testi teatrali e la sua disponibilità a sfruttare l’interesse lascivo dei lettori inglesi per i contenuti esplicitamente erotici e sessuali di Aretino. Florio fu abbastanza accorto da rendersi conto che, se il suo dizionario italiano-inglese traeva gran parte del suo vocabolario da un autore popolare come Aretino, sarebbe stato ben accolto da tutti coloro che desideravano studiare direttamente la satira pungente, il linguaggio licenzioso e lo stile giornalistico di Aretino. 1

Teatro, poesia e dialoghi

Oltre a utilizzare il materiale fornito dai quattro principali dizionari bilingui dell’epoca (Thomas, Venuti, Las Casas e Fenice) e le opere enciclopediche di Citolini e Garzoni, Florio consultò volumi su argomenti quali l’arte equestre (Grisone), la cucina (Messisbugo), la falconeria (Federico Giorgi), la botanica (Gerard, Laguna e Mattioli), la zoologia (Gesner) e la storia (Gandini e Nardi). Estrasse anche vocaboli da un ampio numero di opere teatrali, raccolte di poesie, dialoghi e lettere.2

Florio offrì agli anglofili colti uno strumento per comprendere significati nascosti, idiomi, parole e frasi dialettali, oltre a proverbi, tratti da una vasta gamma di 72 opere letterarie, incluse 22 inserite nell’Indice dei libri proibiti, pubblicato in seguito al Concilio di Trento.

John Florio: A World of Words: 46.000 voci italiane

La compilazione da parte di Florio del primo dizionario italiano-inglese completo rappresenta il culmine di un impegno durato tutta la vita per la diffusione della lingua e della cultura italiana nell’Inghilterra rinascimentale, e un omaggio alla ricchezza della civiltà italiana dell’età moderna.3

In un periodo in cui la lessicografia italiano-inglese era ancora agli albori, il corpus di Florio, composto da 46.000 voci italiane e un numero ancora maggiore di parole inglesi, rappresenta un’impresa pionieristica. Ispirato alla Piazza Universale della Lingua di Tommaso Garzoni, A World of Words si basa prevalentemente su parole e frasi tratte dalla letteratura italiana contemporanea, dai dizionari monolingui e bilingui di Francesco Alunno e Filippo Venuti, oltre che da termini provenienti da ambiti del sapere tra i più vari. Florio stava tentando di compilare un glossario di termini relativi a quanti più soggetti e settori possibili.

Una Dimensione Enciclopedica

Il dizionario di John Florio, A World of Words, non contiene solo voci singole, ma anche frasi, espressioni idiomatiche ed esclamazioni, affiancate da una ricchezza di termini accademici e tecnici che conferiscono al testo una genuina dimensione enciclopedica. Sarebbe un errore considerarlo principalmente un grammatico o un filologo. In effetti, è molto dubbio che tale descrizione gli sia mai appartenuta, nonostante A World of Words e il molto ampliato Queen’s Anna New World of Words. Il suo amore per le parole e il linguaggio, infatti, è più retorico che grammaticale o filologico.

A World Of Words: Un Dizionario Plurilingue

A differenza del Vocabolario degli Accademici della Crusca, orientato al purismo e pubblicato 14 anni dopo (1612), A World of Words è inclusivo piuttosto che esclusivo, plurilingue piuttosto che monolingue, e fornisce un’ampia gamma di espressioni legate al mondo materiale e sensoriale, attraverso un linguaggio espressivo e pittoresco.

Il Linguaggio Pittoresco di Florio

Parole come potta o fica (“a womans privie parts, a cunt, a quaint”), cazzo, coda o destriere (“a mans privie member”), e puttanaria (“whoredome, the arte of whoring”) compaiono accanto a metafore come Donna che manda il marito in Cornovaglia senza barca o Donna che fa le fusa storte (“shee that makes hir husband cuckold” [letteralmente “una donna che manda il marito in Cornovaglia senza barca”]; “una donna che fa le fusa”), e interiezioni come cancaro, termine dialettale padovano che Florio riprende da Ruzzante, attore e drammaturgo italiano. Espressioni come cappari, frasi giocose come alla tua barba, culatorio, un linguaggio iperbolico come Io t’ho dove si soffiano le noci (“I care not a turd for you”) ed espressioni in “Peddlers’ French” completano il suo vocabolario esuberante.

Florio: Un Approccio Moderno

Florio adottò questo approccio precocemente moderno in un ambiente politico e culturale ambivalente, in cui Puritanesimo e libertinismo coesistevano, e dove la celebrazione di tutto ciò che era italiano era contrastata da voci xenofobe, come quella di Roger Ascham, per il quale “un Inglese Italianato é un diavolo incarnato.” 4

A World Of Words – L’Inventiva di Florio: Copia

Il contatto linguistico con l’inglese e le lingue “d’oltremare” è un’altra caratteristica delle definizioni inglesi che mette in evidenza gli interessi globali di Florio e la sua esposizione a culture diverse. I gallicismi sono i prestiti linguistici più frequenti, grazie al forte contatto storico tra le lingue francese e inglese, ma anche alla fluente conoscenza del francese di Florio e alla sua esperienza nella traduzione. Definizioni fantasiose attraversano il dizionario, rivelando l’inventiva di Florio come scrittore. È qui che troviamo forse la sua espressione più forte della copia rinascimentale, con la sua passione per spiegazioni e amplificazioni. Numerosi sostantivi, aggettivi e verbi tra le voci italiane sono spiegati con dieci, venti o persino quaranta termini e definizioni. Nel suo perseguimento della copia, Florio offre non meno di 44 definizioni per ragione, 67 per tiro e 45 per vago.

L’Abilità di Florio come Traduttore: Alcuni Esempi

Florio dimostra la sua abilità come traduttore elencando una serie di sinonimi per spiegare la parola italiana:

Rompere: to breake, to batter, to bruze, to ouerthrow, to vanquish, to destroy, to weaken, to abate, to represse, to maister, to tame, to subdue, to confute, to overcome, to teare, to splint, to shiuer, to rent, to scatter, to totter, to tug, to hauock, to spoile, to defeate, to crush, to craze.

Quantità: Un Obiettivo Primario

Come osservato nell’“Epistle Dedicatorie”, Florio era costantemente impegnato a trovare nuove parole, con una voracità lessicale quasi senza pari. Per citare Frances Yates, egli “amava le parole con un piacere estetico nella loro forza, delicatezza, colore e infinita varietà. Le raccoglieva nel suo dizionario come un altro potrebbe raccogliere gioielli in una vetrina.” La quantità era un obiettivo primario, e Florio si sforzava di sfidare ogni potenziale concorrente:

“Se qualcuno pensa che io abbia avuto grandi aiuti da Alunno o da Venuti, lasci che li confronti, e sappia che io ho in due, anzi quasi in una delle lettere del mio alfabeto, più parole di quelle che essi hanno in tutte le loro venti; e queste sono per pochi autori nella lingua italiana, le mie per la maggior parte di coloro che scrivono bene, come appare dal catalogo dei libri che ho letto appositamente per il completamento di questo Dizionario.”

L’Historia Animalium di Conrad Gensner, per fare un esempio, non solo gli ha fornito le parole toscane per l’inglese “bat” – pipistrello e nottola, ma anche la forma napoletana sporteglione, probabilmente acquisita grazie alla sua amicizia con Giordano Bruno. E il termine emiliano barbastrello e il ligure ratto pennago, tutti registrati, senza qualifiche, nel dizionario. Allo stesso modo, Florio registrò un numero di parole per “butter” (burro): oltre al termine toscano burro, si trovano le forme dell’Italia settentrionale botero, botiro, butiro e butire, il termine dell’Italia meridionale butturo, il veneto smalzo, e perfino penco, una parola usata solo nella Val Bregaglia, in Svizzera, dove Florio trascorse la sua infanzia. 5

Definizioni Metaforiche

Le definizioni multiple sono spesso accompagnate da significati figurativi. Ovunque possibile, Florio cerca di fornire un equivalente inglese per un concetto o un’espressione italiana:

Framponato, a kinde of high horse shooe, such as the bruers horses use in London.

Mazziere, a macebearer, a veger, a sergeant of the mace. Also a halbardier or poleaxe man, such as the Queen of England’s gentlemen pencioners are.

When he encounters in his Italian sources words relating to the animal, vegetable and mineral world, Florio includes in his dictionary the same humorous and fabulous definitions that one finds in Pliny and the medieval Bestiaries7 :

Scolopendra, a fish that casteth out his bowels until the hooke wherewith he is taken be out, and then sucketh up againe.

Laucrocuta, a beast that hath all his teeth of one piece, as big as an asse, with neck, taile and breast like a lyon, and head like a cammell, and counterfeits the voice of a man.

Etiopide, an herbe which caste into the water, it will dry it up, and if horses treade upon it, it will make them caste their shooes.

A World of Words è un’opera d’arte in sé; il dizionario è una risorsa straordinaria non solo per la storia dell’italiano in Italia e all’estero, ma anche per la storia dell’inglese moderno. È un’opera che raccoglie i tre principali ruoli dell’autore: Florio come lettore plurilingue e collezionista di parole; Florio come insegnante di lingua e cultura italiana, come grammatico e paroemiologo; e Florio come traduttore e scrittore creativo.

Bibliografia

Hermann, W. H. John Florio: A World of Words, University of Toronto Press, 2013.

O’Connor, D. J. John Florio’s contribution to Italian-English lexicography, Italica, Vol. 49, N. 1 (Spring, 1972), pp. 49-67, p. 49.

Note

  1. O’Connor, D. J., John Florio’s contribution to Italian-English lexicography, Italica, 49, 1972, 49-67, p. 49
  2. O’Connor, D. J., John Florio’s contribution, cit., p.51
  3. Hermann, W. H., John Florio: A World of Words, Introduction.
  4. Per ulteriori dettagli, si veda il paragrafo Florio e i suoi nemici nella pagina Second Fruits.
  5. O’ Connor, D.J. John Florio’s contribution to Italian-English lexicography, Italica, Vol. 49, N. 1 (Spring, 1972) pp. 49-67, p. 52.
About The Author

Marianna Iannaccone

Phd student at the University of Insubria, Como (Italy)

I have dedicated over a decade to the study of John Florio’s life and works, contributing to the scholarly understanding of his significant role as a prominent interpreter of Italian humanistic culture in Renaissance England. Through research publications, interviews, and conference presentations, I have sought to elevate awareness of Florio’s intellectual contributions. For further details about my academic background and contributions, please refer to the About page.