John Florio a Londra & Oxford

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Si prega di citare questo articolo come: Iannaccone, Marianna. “John Florio a Londra & Oxford”, Resolute John Florio, www.resolutejohnflorio.com/it/john-florio-a-londra-oxford, 2024.

Elisabetta I salì al trono il 17 novembre 1558. Le prime azioni come regina furono l’istituzione di una chiesa protestante inglese. Pertanto, l’Inghilterra non rappresentava più una minaccia per John. All’età di circa 18 anni, dopo i suoi anni formativi a Soglio e a Tubinga, tornò a Londra.

I Primi Frutti di John Florio

A 25 anni, John Florio pubblicò Firste Fruites (1578). 1 Questa raccolta di dialoghi drammatici contiene passaggi tradotti dalla letteratura e dalla filosofia. Inoltre, è progettata per i principianti sia della lingua italiana che inglese. Florio dedicò il manuale a “tutti i gentiluomini e mercanti italiani che si dilettano nella lingua inglese”. Il suo primo lavoro fu dedicato a Robert Dudley, conte di Leicester. Nella dedica, John ricordò a Dudley il servizio fedele di suo padre, riuscendo così a entrare nel suo circolo sociale:

“Massime per essere io uscito dalle viscere di chi [Michelangelo] vi è stato fedele e devoto vassallo, e conseguentemente essendo io restato successore della medesima servitù e devozione, vorrei così piacendo alla Vostra Eccellenza essere nel numero di quelli che con perfetto amore vi servono.” 

John Florio & La Compagnia Teatrale di Leicester

Nel manuale, John Florio si definisce “povero artigiano”. La sua insistenza sul fatto che l’insegnamento non fosse la sua professione indica che questa fosse la prima volta che si avvicinava alle lingue come professione. Inoltre, i versi encomiastici che precedono Firste Fruites mostrano che John Florio entrò in contatto con la compagnia teatrale di Dudley: gli uomini di Leicester. Le prime pagine di Firste Fruites contengono, infatti, vari versi encomiastici scritti dagli attori della compagnia: Richard Tarlton, Robert Wilson, Thomas Clarke e John Bentley. Essi lo ringraziano per aver contribuito a portare le novelle italiane nel teatro inglese.

“In Prayse of Florio – his Labour: if we at home, by Florios paynes may win, to know the things, that travailes great would aske: By openyng that, which heretofore hath bin a daungerous journey, and a feareful taske. Why then ech Reader that his Booke doe see, Give Florio thankes, that tooke such paines for thee.” – Dedicato da Richard Tarlton a John Florio in First Fruits.

John Florio a Oxford

Con Firste Fruites, John Florio iniziò una nuova carriera a Londra nell’insegnamento delle lingue, mantenendo contatti con il teatro. Successivamente, nell’estate del 1578, fu inviato da Lord Burleigh, William Cecil, a Oxford al Magdalen College. Entrò come studente povero e divenne servitore e tutor di lingua italiana per Barnabe e Emmanuel Barnes, figli del vescovo di Durham. John Florio rimase a Oxford almeno fino al 1582. Secondo l’Athenae-Oxoniensis, in seguito gli fu permesso di indossare la toga accademica. 2

Eufuismo

Durante questi anni, John maturò come lessicografo e fece dello sviluppo della lingua inglese moderna la sua missione principale. Inizialmente, divenne insegnante di lingua italiana per John Lyly. Considerato il primo stilista della prosa inglese a influenzare profondamente la lingua, Lyly fu una figura centrale del movimento dell’Eufuismo. Un altro eufuista e allievo di John Florio fu Stephen Gosson.Sia Gosson che Lyly abbracciarono lo stile eufuistico, profondamente influenzati dalle loro letture italiane, arricchite dalle lezioni di John Florio. È possibile che un altro eufuista, George Pattie, fosse l’“I.P.” che firmò i versi italiani prima dei First Fruits. 3

John Florio & Samuel Daniel

La carriera sociale di John Florio a Oxford continuò quando iniziò una lunga amicizia con Samuel Daniel. Poeta e storico inglese, Daniel esercitò una considerevole influenza sullo sviluppo della poesia elisabettiana e giacobina. Daniel si iscrisse all’università il 17 novembre 1581 a Oxford; lì incontrò Florio, che insegnava già dal 1580. Nel 1582 Daniel contribuì con un breve poema al manoscritto del Giardino di Ricreatione di Florio.

Daniel’s Paolo Giovio: Florio dietro N.W.

Si è ipotizzato che Daniel abbia iniziato a prendere lezioni di italiano sotto Castelvetro intorno al 1579, quando aveva 15 o 16 anni. Successivamente, continuò quando arrivò a Oxford con John Florio.4 Questo spiegherebbe come, nel 1585, con l’aiuto di John Florio, pubblicò la sua traduzione del The Worthy tract of Paulus Iovius (1585) di Paolo Giovio. John Florio firmò la prefazione prima dell’opera di Daniel sotto lo pseudonimo N.W. Nella prefazione, egli contrappone questa nobile impresa ad altri tipi di letture:

“Perché i cortigiani sono rapiti interiormente nel vedere il Ritratto di Fiammetta che Boccaccio ha dipinto. Se le dame intrattengono Bandello o Ariosto nelle loro camere. Se gli amanti abbracciano il loro medico Ovidio nell’estremità della loro passione: allora i gentiluomini di tutte le stirpi, molto più onoreranno la vostra Impresa, come una gemma rara, e un delicato Enchiridion.” – fol *4 – *5

Florio cita Boccaccio, Ariosto, Bandello

In tutti questi casi, le analogie tracciate da John Florio rimandano a incontri privati e intimi. Il cortigiano “rapito interiormente” utilizza Fiammetta come veicolo per esplorare la retorica interiorizzata dell’emozione; la narrazione cavalleresca, talvolta persino scabrosa, di Ariosto e Bandello viene consumata dalle dame nelle loro camere, richiamando un tipico espediente narrativo di tali racconti. Allo stesso modo, gli amanti si rivolgono al “medico” classico, Ovidio, per interpretare e dare voce ai loro sintomi erotici. 5 Dopo l’esperienza che gli cambiò la vita all’Ambasciata francese con Giordano Bruno, nella prefazione Florio aggiunge una difesa della traduzione, evocando Giordano Bruno che gli parlò dell’importanza della traduzione. Scriverà una difesa simile nella sua splendida difesa della traduzione negli Essays di Montaigne (1603):

“Non puoi dimenticare ciò che Nolanus (quell’uomo dai titoli infiniti, tra le sue molteplici invenzioni fantastiche) ha giustamente osservato, quasi per caso, nelle nostre scuole: che, grazie alle traduzioni, tutte le scienze hanno avuto origine

N.W. in S. Daniel, The Worthy Tract of Paulus Iovius, 1585, 7.

Il mio vecchio compagno Nolano mi disse, e insegnò pubblicamente, che da traduzione tutta la scienza ha avuto la sua nascita…”

John Florio in Montaigne’s Essays, 1603, To The Reader.

John Florio & Matthew Gwinne

Matthew Gwinne fu un altro caro amico che John Florio incontrò a Oxford. Medico e drammaturgo, Gwinne contribuì a scrivere versi di encomio nelle opere di Florio sotto lo pseudonimo “Il Candido”. Florio lo menzionò nell’Epistle Dedicatory degli Essays di Montaigne (1603) come suo “unico carissimo e amico che simpatizza nell’amore”:

“L’altro (il mio unico carissimo amico, che condivide con me l’affinità dell’amore, il Maestro Dottor Guinne, di cui posso giustamente dire ciò che il mio autore afferma del suo secondo sé, Steven de Boetie: poiché non avrebbe potuto descriverlo meglio per sé di quanto lui lo abbia vividamente delineato per me), desideroso di farmi un favore e altrettanto disposto a rendere servizio a vostra Eccellenza, come sapete, è un dottore (e peccato che il mondo non apprezzi appieno il suo valore; poiché, come il principe dei poeti italiani disse di Valerio Corvino, Non so se miglior Duce o Cavalliero, così posso giustamente dire di lui: Non so se miglior Oratore e Poeta, o Filosofo e Medico).” – John Florio, Preface to Montaigne’s Essays, 1603

La prima traduzione di John Florio: Viaggi di Cartier

A Oxford, oltre al suo incarico come tutor di italiano, John Florio iniziò anche una carriera come traduttore. Incontrò Richard Hakluyt, uno scrittore inglese molto appassionato di letteratura marittima. La sua collaborazione con Florio fu molto fruttuosa: gli commissionò la traduzione dei viaggi di Jacques Cartier in Canada. Successivamente, nel 1580, Florio pubblicò la sua traduzione con il titolo A Shorte and briefe narration of the two navigations and discoveries to the northweast partes called Newe Fraunce: first translated out of French into Italian by that famous learned man Gio : Bapt : Ramutius, and now turned into English by John Florio; worthy the reading of all venturers, travellers, and discoverers.

Le imprese coloniali di Florio

Florio sviluppò presto una chiara consapevolezza del potenziale del “Nuovo Mondo”. Fu, infatti, tra i primi inglesi, se non il primissimo, a proporre che le terre appena scoperte oltre l’oceano fossero colonizzate stabilmente da coloni provenienti dalla madrepatria. Nel suo preambolo, si rivolse a tutti i “Gentiluomini, Mercanti e Piloti” invitandoli a “trasportare i nostri animali e bestiame dall’Europa in quei vasti e aperti paesi”.

“Iohannes Vorazzana, un fiorentino, se non fosse stato impedito dalla morte, intendeva (come scrisse il suddetto Ramutius) persuadere Francesco, re di Francia, a inviare un buon numero di persone per stabilirsi in alcune località di queste coste, dove l’aria è più temperata e il suolo più fertile, con splendidi fiumi e porti adeguati per ospitare qualsiasi flotta. Gli abitanti di quei luoghi potrebbero offrire l’opportunità di realizzare molte buone intenzioni e, tra le altre, convertire quelle povere persone ignoranti e rozze al vero culto e servizio di Dio, insegnando loro a coltivare e dissodare la terra, trasportando i nostri animali e bestiame dall’Europa in quei vasti e aperti paesi.” – John Florio, To The Reader, Shorte and briefe narration of the two navigations and discoveries to the northweast partes called Newe Fraunce, 1580.

Florio sostenne l’idea di “piantare” la “terra appena trovata” ben quattro anni prima di Hakluyt e Raleigh, considerati i pionieri della colonizzazione. Si immerse fin da subito nello spirito di queste imprese patriottiche inglesi, dimostrando un impegno concreto sia nel perfezionare la lingua inglese che nel contribuire attivamente all’impresa coloniale dell’Inghilterra.

Edward Dyer

A Oxford, John Florio incontrò anche Sir Edward Dyer, poeta e cortigiano. Gli dedicò la prima versione del Giardino di Ricreatione, una raccolta di proverbi che pubblicò nel 1591 insieme ai Second Fruits. La prima versione, scritta a mano da Florio, si trova alla British Library. Contiene una dedica manoscritta di Florio a Edward Dyer datata 12 novembre 1582. La dedica suggerisce che Dyer fosse stato di qualche aiuto per lui. Soprattutto, indica una sincera stima delle sue qualità di studioso italiano.

John Florio & Giordano Bruno

L’ultimo e più importante incontro di John Florio a Oxford fu con il filosofo italiano Giordano Bruno, uno dei pensatori più rivoluzionari del Rinascimento. A Oxford, Bruno tenne due lezioni: una sull’immortalità dell’anima e l’altra sulla quintuplice sfera. Inoltre, sia Florio che Bruno parteciparono all’arrivo del principe Laski a Oxford. Bruno assistette all’evento insieme a Philip Sidney, suo patrono. In quella famosa occasione, molte figure, amici di Florio, presero parte all’evento: Matthew Gwinne e Samuel Daniel, tra gli altri. Anche l’ambasciatore francese Michel de Castelnau si trovava a Oxford e chiese a Florio di diventare tutore di sua figlia, Katherine Marie. Successivamente, nell’estate del 1582, John Florio si trasferì a Londra presso l’Ambasciata francese insieme a Giordano Bruno.

Bibliografia

  • Armstrong, G., The English Boccaccio: A History in Books, University of Toronto Press, 2019.
  • Del Re, A., Florio’s First Fruites: Facsimile Reproduction of the Original Edition, Volume II, Introduction and Notes, 1936.
  • Franzero, C. M., John Florio a Londra ai tempi di Shakespeare, Guanda, 1969.
  • Woudhuysen, H. R., Sir Philip Sidney and the Circulation of Manuscripts, 1558-1640, Clarendon Press, Oxford, 1996.
  • Yates, F. A., John Florio: The Apostle of the Renaissance in Shakespeare’s England, Cambridge University Press, 1934.

Note

  1. Titolo originale come segue: Firste Fruites, which yeelde familiar speech, merie prouerbes, wittie sentences, and golden sayings. Also a perfect induction to the Italian, and English tongues, as in the table appeareth. The like heretofore, neuer by any man published.
  2. Franzero, C. M., John Florio a Londra ai tempi di Shakespeare, Guanda, 1969, p. 71. Oggi il Magdalen College commemora il suo periodo lì con la John Florio Society, che si incontra per apprezzare le poesie dei propri membri.
  3. Yates, F. A. John Florio, The Apostle of the Renaissance in Shakespeare’s England, 1934, Cambridge University Press, pg. 50
  4. Woudhuysen, H. R., Sir Philip Sidney and the Circulation of Manuscripts, 1558-1640, Clarendon Press, Oxford, 1996, p. 362.
  5. Armstrong, G., The English Boccaccio: A History in Books, University of Toronto Press, 2019 p. 186
About The Author

Marianna Iannaccone

Phd student at the University of Insubria, Como (Italy)

I have dedicated over a decade to the study of John Florio’s life and works, contributing to the scholarly understanding of his significant role as a prominent interpreter of Italian humanistic culture in Renaissance England. Through research publications, interviews, and conference presentations, I have sought to elevate awareness of Florio’s intellectual contributions. For further details about my academic background and contributions, please refer to the About page.